Prime Day 2025: record, insight e strategie per i brand
Non il “solito” Prime Day: 4 giorni che cambiano il ritmo
Quest’anno Amazon ha ridisegnato le regole: Prime Day non è più un flash di 48 ore ma una maratona di 4 giorni (8–11 luglio) che ha ridisegnato tempi e abitudini d’acquisto. Quando Amazon ha annunciato che il Prime Day 2025 sarebbe durato quattro giorni, in molti hanno pensato che la conversione da tradizionale evento lampo a “fenomeno esteso” avrebbe alterato parecchio le dinamiche. E infatti così è stato: più offerte, più giorni di percezione del valore, ma anche — per certi versi — più sfide.
Non stupisce, quindi, che Amazon lo abbia definito “il Prime Day più grande di sempre”, con vendite record e clienti che hanno risparmiato miliardi di dollari su milioni di offerte in oltre 35 categorie. L’estensione ha allargato la finestra di scoperta, ridotto l’ansia da “compra subito” e, al tempo stesso, alzato l’asticella per brand e seller: non basta più accendere un deal e sperare. Serve regia.
I principali insight:
- I clienti hanno risparmiato “miliardi di dollari” grazie alle offerte attive in oltre 35 categorie prodotto.
- È stato venduto un numero record di articoli nelle quattro giornate rispetto a qualunque Prime Day precedente o a periodi simili che includevano un Prime Day.
- Tra gli oggetti più popolari figurano dispositivi Amazon come Fire TV Stick HD, Ring Battery Doorbell, prodotti Alexa-enabled, ma anche prodotti di uso quotidiano, articoli per la casa, bellezza, alimentari e surgelati
- Novità anche su tecnologia / AI: funzioni come Alexa+, l’assistente “Rufus”, le AI Shopping Guides hanno giocato un ruolo nella scoperta offerte e nell’esperienza utente.
L’ingrediente nuovo: l’AI che accompagna la scoperta
In particolare, sul fronte esperienza, Amazon ha infatti spinto forte su Alexa+, Rufus e AI Shopping Guides: strumenti che semplificano la scoperta dei prodotti e accelerano la decisione d’acquisto, aiutando a scoprire e decidere più velocemente. È un cambio di paradigma: la conversazione con l’utente si sposta dalla pura list view a consigli guidati, con impatto su visibilità e conversione dei cataloghi ben ottimizzati (titoli, immagini, Q&A, contenuti A+). Chi progetta le schede pensando anche a come le “legge” l’AI ha un vantaggio competitivo.
Per i brand questo significa che ottimizzare schede prodotto e contenuti A+ non è più solo utile per il cliente umano, ma anche per l’assistente AI che li “legge” e li propone.
Inoltre, un dato interessante arriva dall’analisi Feedvisor:
- Day 1 ha catalizzato il picco massimo.
- Day 3 ha segnato il calo fisiologico.
- Day 4 ha visto un rimbalzo importante, spinto dalla logica dei “last-minute deals”.
Per categorie come l’elettronica, la performance migliore si è concentrata proprio all’inizio e alla fine. Morale: chi ha distribuito budget e stock sulle curve giuste ha vinto.
Non tutto, però, è stato percepito come “mai visto”: una quota di acquirenti ha giudicato alcuni sconti meno profondi rispetto al passato. In parallelo, l’estensione a 4 giorni ha premiato i brand con pianificazione (pacing del budget, rotazione dei prodotti in evidenza, scorte adeguate), penalizzando chi ha “sparato” tutto all’inizio senza tenere munizioni per il rush finale
Focus Italia: record, quotidiano e un festival dedicato
In Italia l’evento si è allineato al formato globale di quattro giorni. La narrativa ufficiale richiama offerte su grandi brand e Made in Italy, promozioni grocery (anche Fresh) e una celebrazione fisica — il Prime Day Festival a Marina di Eboli — per i 15 anni di Amazon nel nostro Paese. Anche qui, la spesa ha mostrato un mix interessante: non solo tech, ma tanti beni di uso quotidiano sfruttati per fare scorta. Per i brand locali è un indizio prezioso: il Prime Day è diventato un’occasione per mixare hero product e “quotidiano”.
Prime Day 2025 ci ha insegnato che non è più solo un evento lampo. È un ecosistema di 96 ore, con tecnologia, logistica e comunicazione che devono muoversi in sincronia.
In che modo il formato a quattro giorni ha cambiato il gioco?
- Maggiore “respiro” per l’acquirente: non c’è più l’urgenza spasmodica (o almeno non tutta), ma più tempo per navigare, scoprire e, in molti casi, aspettare offerte migliori verso il fine evento.
- Distribuzione delle vendite sul tempo: non più un solo picco da “flash sale”, ma un’onda che parte forte, cala un po’, poi riprende verso la fine. Questo significa che per un brand è decisivo gestire tutto il periodo, non solo il primo giorno.
- Sfide nel mantenimento della promessa del valore: se il “saldo” percepito dagli utenti è che certe offerte non erano poi così migliori rispetto ad altri momenti, la fiducia rischia di soffrirne. Chi ha fatto promozioni solo superficiali, o con sconti poco visibili, ha probabilmente deluso una parte di pubblico.
Per i brand italiani, la sfida è chiara: non limitarsi a “fare uno sconto”, ma raccontare un valore, mixando convenienza e servizio.